Martin Auer: La Strana Guerra, Racconti per una Cultura di Pace

   
 

Lo Schiavo

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Tradotto da Alberto Annicchiarico

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La Strana Guerra
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Ingorgo
I Due Prigionieri
Il denaro
La storia di un buon Re
Parole Aperte
La Bomba
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Un uomo aveva uno schiavo che doveva sbrigare per lui tutte le faccende domestiche. Lo schiavo lo lavava, lo pettinava, gli tagliava il cibo in pezzetti e lo imboccava. Lo schiavo scriveva le lettere per il suo padrone, gli lucidava le scarpe, gli rammendava i calzini, spaccava la legna da mettere nella stufa. Se l'uomo vedeva dei lamponi durante una passeggiata, lo schiavo doveva raccoglierli e metterglieli in bocca. Per impedire allo schiavo di scappare, l'uomo lo teneva sempre incatenato. Giorno e notte lo doveva tenere stretto e se lo trascinava appresso, perché altrimenti sarebbe fuggito. Nell'altra mano l'uomo teneva una frusta, perché quando lo schiavo dava degli strattoni alla catena, l'uomo doveva picchiarlo. Poi, quando le braccia gli facevano male ed era stanco di frustarlo, l'uomo imprecava contro lo schiavo,  la catena e, in generale, contro tutto.

A volte l'uomo sognava segretamente del tempo in cui era ancora giovane e non aveva ancora uno schiavo. A quei tempi poteva ancora vagare per i boschi, libero come un uccello, e poteva raccogliere lamponi senza continuamente tirare e trascinare la catena. Adesso non poteva andare da solo nemmeno al gabinetto, perché lo schiavo sarebbe scappato via. E poi, chi gli avrebbe pulito il sedere? Lui non aveva mani libere per farlo.

Una volta, mentre si lamentava così, qualcuno gli disse: "Insomma, se è così terribile, perché non liberi lo schiavo?"

"Certo - disse l'uomo - così lui potrà uccidermi!" Ma segretamente l'uomo sognava la libertà.

E lo schiavo? Sognava anch'egli la libertà? No, aveva smesso di sognarla da molto tempo. La sola cosa che sognava era di essere lui stesso il padrone e di trascinare l'uomo in catene, di frustarlo e di farsi pulire il sedere. Questo era ciò che sognava!


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