Martin Auer: La Strana Guerra, Racconti per una Cultura di Pace

   
 

La Strana Guerra

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Tradotto da Giovanna Rampone

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Su di un pianeta straniero o in un tempo che fu c'erano una volta due paesi che si chiamavano Qui e Là. C'erano anche altri paesi, come Vicino e Lontano, ma questa storia riguarda Qui e Là.

Un giorno l'Alto e Potente di Qui pronunciò un discorso davanti agli abitanti del suo paese. Disse che lo Stato di Qui era minacciato dallo Stato di Là e che i Quiesi non potevano più rimanere fermi in attesa a guardare lo Stato di Là usare le sue linee di confine per premere e ridurre il territorio dello Stato di Qui.

"Sono così vicini a noi che non abbiamo neanche posto per respirare!" tuonava. "Siamo così stretti da riuscire a mala pena a muoverci. Loro non hanno nessuna intenzione di spostarsi di un solo centimetro per darci un po' di spazio che ci garantisca un minimo di libertà di movimento. Ma se non vogliono fare nemmeno questo per noi, dovremmo obbligarli."

Noi non vogliamo la guerra; se dipendesse da noi, la pace non avrebbe mai fine. Ma mi dispiace: non dipende da noi. Se non vogliono spostare un pochino i loro confini, allora ci obbligheranno ad entrare in guerra. Ma noi non vogliamo essere trascinati in una guerra. Non noi! Non gli permetteremo di costringerci a sacrificare nostri figli così insensatamente da ridurre le nostre donne a vedove e i nostri bambini a orfani! Ecco perché dobbiamo togliere potere a Là prima di essere trascinati in un conflitto. Ed ecco perché, cari connazionali, per difendere noi stessi, per proteggere la pace, per salvare i nostri bambini, Io dichiaro formalmente guerra allo Stato di Là!"

I Quiesi, confusi si guardarono l'un l'altro. Poi guardarono il loro Alto e Potente. E infine guardarono le truppe speciali di polizia con i loro elmetti corazzati e con i loro esplosivi al laser sterminatore. E rimasero lì, in piedi intorno alla piazza principale della città, applaudendo con entusiasmo e gridando, "Lunga vita all'Alto e Potente! Abbasso i Laesi!"

E guerra fu.

Quello stesso giorno, l'esercito dei Quiesi attraversò il confine. Era una vista maestosa! I veicoli corazzati sembravano giganteschi pesci drago. Distruggevano tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Dalla bocca dei loro cannoni potevano sparare granate che straziavano qualsiasi cosa, e potevano vomitare gas velenosi in grado di annullare chiunque. Ognuno di loro lasciava dietro di sé una vastissima zona di morte.

Davanti a loro, foreste verdi lussureggianti; dietro di loro, nulla.

Dove gli aerei passavano, il cielo diventava grigio; la gente al di sotto, si buttava a terra, terrorizzata dal solo rumore. E dove calava l'ombra, calavano le bombe.

Tra i giganteschi aerei nel cielo e i veicoli corazzati a terra, ronzavano sciami di elicotteri, come zanzare minuscole e malevole. I soldati sembravano robot d'acciaio da combattimento nelle loro stanze corazzate che li rendevano invulnerabili alle pallottole, ai gas, al veleno, e alle armi batteriologice.

Tenevano fra le mani armi da combattimento individuale che potevano sparare cartucce mortali o raggi laser che fondevano tutto ciò che incontravano.

Così avanzava l'inarrestabile esercito di Qui, deciso a distruggere ogni nemico senza pietà. Ma, stranamente, non trovò nemici.

Il primo giorno l'esercito avanzò di dieci chilometri nel territorio nemico, il secondo, di venti. Il terzo giorno attraversò un grosso fiume. Ovunque, trovarono soltanto villaggi abbandonati, campi mietuti, fabbriche deserte, magazzini vuoti. "Si nascondono, e quando saremo passati ci attaccheranno alle spalle!" tuonava l'Alto e Potente. "Cercate in tutti i fienili e in tutti i mucchi di letame!"

I soldati frugarono i mucchi di letame, ma l'unica cosa che trovavano erano mucchi di documenti d'identità; patenti di guida, certificati di nascita, passaporti, fototessera, documenti scolastici; ricevute di pagamento di permessi per cani, e per televisioni via cavo, e centinaia di documenti di altro tipo. E le foto erano state ritagliate dai documenti a cui appartenevano. Nessuno era in grado di dire che cosa significava tutto quello.

Un grosso problema era dato dal fatto che tutti i segnali di indicazione di direzione erano stati sradicati o girati nella direzione sbagliata o cancellati. Alcuni però erano giusti così non era possibile nemmeno stabilire un senso nell'errore. I soldati cominciavano a perdersi, interi battaglioni non erano in grado di trovare una direzione, le divisioni perdevano la strada, e più di un generale si disperava e mandava motociclisti ovunque a cercare i disertori. L'alto e Potente si vide costretto a convocare topografi e insegnanti di geografia che tracciassero cartine appropriate dei paesi conquistati.

Il quarto giorno della campagna, i soldati di Qui catturarono il primo prigioniero. Non era un soldato, ma un civile trovato in un bosco con un cesto per funghi sulle spalle. L'Alto e Potente ordinò che l'uomo fosse condotto in sua presenza per interrogarlo personalmente. Il prigioniero disse di chiamarsi John Smith e di lavorare come raccoglitore di funghi. Dichiarò di aver perduto la sua carta d'identità e di non sapere dove si trovasse l'esercito dei Laesi.

Nei giorni immediatamente successivi, l'esercito dei Quiesi catturò alcune migliaia di civili. Tutti si chiamavano John o Jane Smith, e nessuno di loro era in possesso di documenti d'identità. L'alto e Potente era molto agitato.

Finalmente l'esercito di Qui occupò la prima grande città. Dappertutto si vedevano soldati dipingere i nomi delle strade sui muri. I servizi segreti avevano dovuto spedirgli le cartine della città. Ovviamente, data la fretta, facevano molti errori e ad alcune strade fu dato un nome dalla parte destra e un altro dalla parte sinistra, un nome a monte ed un altro a valle.

Battaglioni di soldati vagavano per la città senza meta, alla loro testa un sergente preoccupato con una cartina della città tra le mani. In linea di massima, nella città non funzionava nulla. La centrale elettrica non era operativa e né la società del gas, né la compagnia del telefono lo era. Nulla funzionava.

L'Alto e Potente annunciò immediatamente che lo sciopero era proibito e che tutti dovevano andare a lavorare senza indugio.

E la gente andò in fabbrica e in ufficio, ma ancora nulla funzionava. Quando i soldati andavano sul posto e chiedevano, "Perché non funziona nulla qui?" la gente diceva, "l'ingegnere non c'è" oppure" il capo tecnico non c'è" oppure "La signora Tal dei tali, la direttrice, non c'è."

Ma come si poteva trovare la signora Tal dei Tali se tutte le donne si chiamavano Jane Smith? L'Alto e Potente annunciò che chi usava un nome e un titolo falsi, sarebbe stato fucilato. Così i Laesi non si fecero più chiamare Smith, ma usavano qualsiasi vecchio nome, ma era quello giusto?

Più l'esercito avanzava nel paese, più tutto diventava difficile. Molto presto, non si trovò più cibo fresco per i soldati; Bisognava importare tutto da Qui. La ferrovia non funzionava. I ferrovieri gironzolavano oppure mandavano i motori avanti e indietro senza senso. I macchinisti non sapevano decidere chi doveva guidare le carrozze e, naturalmente, tutti i capi che si pensava sapessero come far funzionare le cose, erano scomparsi. Nessuno riusciva a trovarli.

Quando l'Alto e Potente se ne rese conto, montò su tutte le furie e, quasi con la bava alla bocca, emise un ordine che proibiva a tutti i soldati di abbandonare i loro quartieri eccetto quando uscivano di pattuglia con le loro unità. I soldati non erano per niente contenti.

Infine l'esercitò occupò la capitale di Là. Ma anche qui tutto era come nel resto del paese. Non c'erano segnali stradali, né numeri civici, né cognomi sulle porte di casa. Non c'erano direttori, ingegneri, capi tecnici, né poliziotti e ufficiali pubblici. Gli uffici governativi erano vuoti, e tutti gli archivi scomparsi. Nessuno sapeva dove si trovasse l'amministrazione statale.

L'Alto e Potente decise che era venuto il momento di diventare spietati. Annunciò che tutti gli adulti avrebbero avuto l'obbligo di andare in fabbrica e in ufficio. Chiunque rimanesse a casa sarebbe stato fucilato.

Quindi lui stesso andò alla centrale elettrica e ordinò a tutti i soldati e agli ufficiali che in patria avevano avuto qualcosa a che fare con le centrali elettriche, di recarsi lì. Parlò agli operai e poi garantì che l'elettricità sarebbe tornata in capo a due ore. Gli ufficiali davano ordini, i soldati sovrintendevano, e gli operai della centrale correvano avanti e indietro facendo esattamente quello che gli ufficiali ordinavano di fare. Naturalmente il risultato fu un terribile caos , e niente elettricità.

Allora l'Alto e Potente ordinò ai suoi soldati di scegliere in strada un migliaio di persone a caso e fucilarle.

Ma siccome il popolo di Là era stato infido e astuto comportandosi sempre amichevolmente coi soldati, il morale delle truppe era così basso che nessuno si sentiva di scegliere a caso mille persone che non gli avevano fatto nulla e sparargli. Così l'alto e Potente diede l'ordine alle truppe speciali di eliminazione. Ma gli ufficiali gli comunicarono che i soldati semplici erano già abbastanza infelici e che la fucilazione di un migliaio di persone sarebbe potuta sfociare in un ammutinamento.

E l'Alto e Potente riceveva lettere da chi in patria occupava alte cariche e che scriveva: "Più Alto di tutti i Potenti, hai dato prova del tuo valore di comandante in campo e hai mostrato il tuo genio militare, e noi ci congratuliamo per le tue innumerevoli vittorie magnificenti. Ma ora ti chiediamo di tornare indietro e lasciare quei pazzi del popolo di là ai loro stratagemmi. Ci costano troppo. Se dobbiamo piazzare un soldato con un fucile mitragliatore dietro ogni operaio per minacciarlo di morte, e un ingegnere che impartisca ordini, la conquista diventa un'impresa per cui non vale la pena muoversi. Ti preghiamo, torna in patria, perché il nostro amato paese è già stato privato troppo a lungo della tua luminosa presenza."

Così l'Alto e Potente richiamò l'esercito, ordinò di requisire qualsiasi macchina e qualsiasi oggetto di valore si potesse trasportare, e ritornò in patria imprecando.

"Ma gliel'abbiamo fatta vedere!" rimuginava. "Quei codardi. Che cosa faranno quegl'imbecilli? Come faranno a capire chi è ingegnere, chi è medico, e chi è falegname? Senza diplomi e lauree! Come faranno a decidere chi deve vivere in una villa e chi in un appartamento, se non possono dimostrare che cosa gli appartiene? Come riusciranno ad amministrare senza atti di proprietà, senza registrazioni della polizia e patenti di guida, senza titoli e uniformi? Vivranno nella confusione! E se le cose stavano così, allora non dovevano entrare in guerra contro di noi, quei codardi."


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