Martin Auer: La Strana Guerra, Racconti per una Cultura di Pace

   
 

La storia di un buon Re

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Tradotto da Alfredo Lo Bello

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Paura
Ancora Paura
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La Strana Guerra
Serpente Stella
Ingorgo
I Due Prigionieri
Il denaro
La storia di un buon Re
Parole Aperte
La Bomba
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Un tempo visse un buon Re che governò il suo regno con saggezza. Utilizzò le tasse dei suoi sudditi per costruire scuole e università così i giovani avrebbero potuto imparare tutti i diversi tipi di commercio e studiare tutte le scienze, in modo che tutti potessero rendersi più utili l'uno all'altro.Fece costruire ospedali e fece formare medici, per evitare che i suoi sudditti soffrissero più del necessario a causa delle malattie. Inoltre, vennero costruite strade e ferrovie, per far modo che i prodotti potessero essere trasferiti da una zona del regno in un'altra in cui ce ne fosse necessità. Inoltre, ammonì i giudici del regno affinchè dessero solo sentenze giuste e non permise ai suoi ufficiali di accettare tangenti. 

Il re volle anche che tutti i suoi sudditi vivessero in pace. Instruì appositamente istruzione ai maestri di insegnare ai bambini ad essere tolleranti, e di non disprezzare mai un'altra persona per il colore della pelle, per il proprio culto religioso o per la cultura di appartenenza. I maestri avrebbero anche dovuto insegnare ai bambini  a non picchiarsi quando litigavano, ma a discutere dei problemi e a risolverli amichevolmente. Ogni anno nella capitale si teneva una grande festa per la pace con musica e balli popolari, con giovani che venivano invitati  da ogni parte del mondo. 

Il Re era un bel giovane, tranquillo, umile e gentile. Non avrebbe veramente mai fatto male ad una mosca. Non si vestiva con abiti stravaganti, non mangiava cibo raffinato e non beveva vini costosi; non sperperava i soldi delle tasse per palazzi fastosi, nobili destrieri o auto sfarzose. Egli amava la sua giovane moglie e la sera siedeva accanto ai suoi bambini e gli  leggeva le favole. Ma quello che gli piaceva fare di più era stare nel suo studio, con i suoi libri e i suoi resoconti da ogni parte del regno, a studiare dei modi per rendere la vita dei suoi sudditi meglio di quanto non lo era già.

Il Re non era una persona affatto presuntuosa, anzi era una mente lucida, e quando guardò ai rapporti da tutto il regno capì che stava governando il suo regno veramente bene e che era il miglior re che i suoi sudditi si potessero mai augurare di avere. Da questo dedusse che nessuno avrebbe potuto desiderare qualcun'altro al suo posto, tranne qualcuno con delle cattive intenzioni, e quel qualcuno avrebbe usato i poteri del re solamente per ragioni egoistiche.

Il Re disse al suo capo di polizia: "Se qualcuno vuole prendere il mio mio posto,  questo potrà solo essere per abusare dei poteri del re, forse per comprare nobili destrieri o palazzi sfarzosi, o per spendere i soldi delle tasse su vestiti stravaganti e gioielli, o auto sfarzose. Quindi, stai attento a questa gente e impediscigli di fare del danno al mio regno!"

Il capo della polizia era in effetti un vecchio amico del re, erano andati infatti nella stessa scuola e nella stessa università. Era un bravo giovane con tante buone qualità. Non odiava nessuno, non disprezzava le persone dagli abiti, per la lingua o per la religione. Ma la sua qualità più grande era la sua totale fedeltà al re. Disse ai suoi poliziotti: " Abbiamo un re molto intelligente e ben intenzionato che ci governa con saggezza. Si occupa delle nostre scuole e università, degli ospedali, delle strade e delle autostrade, dei nostri tribunali e del nostro servizio postale. Queste sono cose importanti, ma la più importante per il benessere del nostro regno e dei suoi sudditi è che il nostro Re rimanga Re. Quindi fate attenzione a chiunque voglia un altro Re o a chi addirittura miri a prendere il suo posto. Queste persone sono nemici della nostra gente e ce ne dobbiamo immediatamente sbarazzare.

Anche i poliziotti erano brave persone e avevano tante buone qualità; amavano le loro famiglie e non odiavano nessuno. Ma la loro qualità più grande era la totale obbiedienza ai propri superiori, quindi andarono a cercare le persone che potevano rappresentare dei nemici per il re, quindi anche di tutto il popolo.

Quando sentirono dire in giro di qualcuno che aveva detto :"Beh,hanno fatto veramente un buon ospedale, ma dovrebbe avere un reparto maternità più grande" i poliziotti sospettarono di una critica verso il re e procedettero immediatamente all'arresto.

Dopo qualche tempo delle persone iniziarono a lamentarsi della situazione più seriamente,dicendo che la polizia non dovrebbe arrestare qualcuno solo per un opinione diversa sugli ospedali o sulle scuole. Va da sè che queste persone ricevevano un trattamento ancora più aspro.Venivano buttati nei sotteranei più profondi e i loro processi non si tenevano in pubblico.

La gente comune non doveva venire a sapere che c'erano così tante persone che criticavano l'operato della polizia . E se qualcuno tentava a opporre resistenza all'arresto i poliziotti non avrebbero potuto fare a meno di usare la forza, anche se non era una cosa che a loro piaceva.

Gli amici e i parenti dei scomparsi continuamente a fare domande, quindi il re decise di fare una legge che impediva di criticare l'operato della polizia, così anche ai giornali fu impedito di scrivere sugli arresti o sulle persone scomparse. La gente aveva diverse opinioni sulla faccenda. Alcuni pensavano che la polizia facesse bene a vigilare sulla sicurezza del re perchè dopo tutto era un buon Re e governava bene il regno. Ma altri pensavano che non era giusto arrestare la gente e poi buttarla nelle segrete più profonde senza nemmeno un processo pubblico.Quest'ultimi si lamentavano anche del fatto che di recente il re spendesse di più per la polizia che per scuole e gli ospedali, e per le strade. E c'erano anche quelli che stavano seriamente pensando che il re doveva essere sostituito. Alcuni di questi vennero arrestati, e il capo della polizia li ritenne troppo pericolosi perfino per lasciarli vivi nelle segrete sotterranee. La sua fedeltà al re imponeva che questi capibanda fossero uccisi, anche se non era decisamente propenso a spargere del sangue. Non fu lui a farlo ma incaricò i suoi uomini più fidati. Questi, che non avevano mai obbiettato un ordine, non contestarono la sua decisione. Fecero solamente il loro dovere.

A questo punto la gente iniziò a temere per la propria vita e molte persone che criticavano l'amministrazione del regno fuggirono nei regni confinanti.

Potete immaginarvi cosa sia successo dopo. Il capo della polizia temeva che la gente che si opponeva al re si radunasse nei regni confinanti e formasse un esercito, tornasse a conquistare il regno e detronizzasse il re. Una parte ancora grande delle tasse dei sudditi venne spesa per rafforzare l'esercito, comprare altre armi e per assumere delle spie da mandare nei regni confinanti.

E ovviamente gli altri regni si spaventarono di queste mosse del Re, e iniziarono a preparare le loro difese.

Così, un giorno, il buon Re non ebbe altra scelta che dichiarare loro guerra, e il fedele capo della polizia non potè far altro che guidare il suo esercito alla battaglia, e tutti quei giovani, a cui era stato insegnato ad essere tolleranti e ad avere rispetto degli altri, neanche loro ebbero altra scelta che armarsi di fucili e marciare verso il confine,per sparare ai loro coetanei che erano dall'altro lato del confine, prima che l'avessero fatto loro.



 


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